Vulneraria
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La vulneraria cresce in folti ciuffi, aderenti al terreno, dai quali emergono i brevi fusti ricchi di fiori giallo-oro, sui quali accorrono gli insetti. E' una specie polimorfa, presente nelle maggiori altitudini con due varietà, la alpestris con fiori gialli e la purpurescens con fiori porporini. Il nome scientifico deriva dal greco: anthos, e ioulos, lanugine, nome dato per il calice vellutato. Il nettare dei fiori melliferi non è alla portata delle api. E' una ottima foraggera, che viene avidamente brucata dal bestiame, nei pascoli di montagna; il rendimento, come erba da foraggio, è però trascurabile in quanto la pianta, benché' ricca di foglie ha una crescita molto limitata. Un esperimento ha dimostrato il suo strano mimetismo: trapiantata dalla pianura a 2.400 m, i fiori della vulneraria, dopo 12 anni, sono diventati di colore rosso, uguali a quelli di una specie congenere. Come pianta medicinale, nell’antichità e nel Medioevo non era tenuta in considerazione. E' stato l'empirismo dei contadini a rivelarne la proprietà vulneraria. |
Nome latino e dialettale: |
Anthyllis vulneraria. Trifoglio della rena - Erba da taggi - Chichirichi' - Sangue di Cristo. |
Costituenti: |
Tannino, saponine, flavonoidi. |
astringente, depurativo, vulnerario. |