Rapunzia
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Originaria dell'America del Nord, la rapunzia ha fatto la sua prima apparizione in Europa nel 1619 in un giardino di Padova. Da qui, diffusasi nell'intero continente, si è acclimata ed è oggi annoverata fra le piante spontanee della flora europea. Il suo fusto diritto, poco o per nulla ramificato, è dotato di foglie alterne e di lunghi steli fiorali; fiori a forma di imbuto; questi si aprono alla sera e restano aperti per 2 notti consecutive, perciò gli Inglesi la chiamano stella della sera. Il polline viene trasportato dalle api e, soprattutto, dalle farfalle notturne. La radice carnosa e rossastra si consuma come quella della barba di becco; secondo un vecchio detto tedesco una libbra di questa radice nutre meglio di un quintale di manzo. L'origine del nome Oenothera si spiega in diversi modi: dal greco onos, asino, e the'ra, preda; oppure da oinos, vino, e da the'r, bestia selvaggia: la radice messa in infusione nel vino potrebbe ammansire le fiere. Le caratteristiche genetiche hanno reso la rapunzia utile nella ricerca sulle leggi dell’ereditarietà. |
Nome latino e dialettale: |
Oenothera biennis. Enagra - Rapunzico - Erba vitella - Maravegie zale - Maravej d'Egett - Onagra - Raponzia - Pestifuga. |
Costituenti: |
Mucillagine, tannino. |
antispasmodico, depurativo. |