Maggiociondolo
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Un tempo i formaggi fatti con il latte delle capre dell'isola greca di Citno erano molto apprezzati per l'aroma e la finezza del gusto dovuti, si diceva, ai numerosi maggiociondoli dell'isola. Benché' non sia certo che la pianta vantata dagli antichi corrisponda a quella conosciuta ai nostri giorni, è vero che pecore e capre se ne cibavano sempre, mentre altri animali, come i cavalli, non si avvicinavano neppure: per loro è un veleno. Corteccia, fiori e semi del maggiociondolo sono assai pericolosi anche per gli uomini. Bisogna essere prudenti tanto più che il maggiociondolo non è soltanto diffuso allo stato spontaneo ma è coltivato nei giardini per la bellezza e il profumo. I bambini, sprovvisti dell'istintiva repulsione degli animali, possono prenderne un rametto credendolo liquirizia e gli adulti possono confondere i suoi fiori, staccati dalla pianta, con quelli della ginestra. In fitoterapia si usano le foglie essiccate, ma con prudenza, per la loro azione sulla vescichetta biliare. I medici omeopatici ne prescrivono, in alcuni stati depressivi, una tintura a base di fiori e foglie fresche. |
Nome latino e dialettale: |
Laburnum anagyroides. Lamborno - Maggio - Avorniello - Anagiri - Avorno - Eghero. |
Costituenti: |
Alcaloidi, sali minerali. |
colagogo, purgativo. |