Dulcamara
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Molti dei lettori avranno avuto occasione, nella loro infanzia, di assaggiare un fusto di dulcamara dal caratteristico sapore prima dolciastro e poi amaro. Suffrutice legnoso, alquanto ricadente su se stesso, piuttosto che rampicante, ha soltanto i rami dell'anno erbacei. Si riconosce facilmente dai suoi fiori a stella, violetti, con il centro giallo riuniti in cime irregolari e dalle bacche verdi che, a maturazione, assumono un vivo color rosso. Nell'antichità, la dulcamara era conosciuta per le proprietà lassative; nel Medioevo, si scoprirono anche virtu' cosmetiche. Oggi è una pianta poco usata, perché' molto velenosa. Le parti della pianta, solitamente utilizzate, sono: le giovani ramificazioni e le foglie che devono essere essiccate da almeno un anno. La dulcamara è pericolosa a causa degli alcaloidi che contiene e, pertanto, si consiglia di rispettare scrupolosamente le dosi. Usata con discernimento, la dulcamara può diventare uno dei rimedi più efficaci e utili, soprattutto per la sua azione depurativa, per una cura primaverile. |
Nome latino e dialettale: |
Solanum dulcamara. Amara-dolce - Vigna servaega - Len dolz - Muredda di fratta - Tomata burda. |
Costituenti: |
Glucidi, gluco-alcaloidi, saponine. |
depurativo, diuretico, galattofugo, lassativo, sudorifero. |