Frangola
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La frangola è un arbusto che si raggruppa in macchie poco folte nei sottoboschi umidi e presso stagni e acquitrini. La fragilità dei suoi rami ha dato origine al suo nome botanico, che deriva dal latino frangere, rompere. Questa pianta ha qualche somiglianza con l'ontano e lo spincervino, infatti alcuni nomi dialettali risentono di questa somiglianza. La frangola si riconosce facilmente per le sue foglie ovali, tondeggianti, con la pagina superiore segnata da 8-12 paia di nervature in rilievo e parallele e per i suoi frutti rossi, grossi come un pisello, che diventano neri a maturazione. Ignorata o disprezzata dagli antichi, all'inizio del XIV secolo, la frangola è stata citata, per la prima volta, in un testo di Pietro Crescenzi, agronomo italiano. Due secoli dopo, il suo impiego è stato codificato dal Mattioli, che consigliava in modo particolare di non usare la droga fresca. Si utilizza la seconda corteccia, detta anche corteccia interna, essiccata, ridotta in polvere e setacciata. Se si rispettano scrupolosamente le modalità d'uso e le dosi prescritte l'azione lassativa è costante e del tutto innocua. |
Nome latino e dialettale: |
Frangula alnus. Frangua - Onerella - Fragna - Ranno - Verna puta - Puzzolana - Capotosto - Olnar salvadi - Nerprun - Spino cervino minore. |
Costituenti: |
Tannino, glucosidi antracenici, mucillagine, gomma. |
cicatrizzante, colagogo, lassativo, purgativo. |