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Carciofo

Postato in Piante coltivate.

 

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Il carciofo è molto simile al carduccio, Cynara cardunculus, delle regioni mediterranee; ne è infatti una varietà non spinosa, che sarebbe comparsa, per mutazione nelle colture, verso l'inizio del XV secolo. Ortaggio una volta molto raro, oggi è largamente coltivato nelle regioni a clima invernale temperato. Già apprezzato nel XVI secolo, come diuretico e come afrodisiaco, nel XVII secolo fu usato a volte come rimedio specifico contro l'itterizia. L'efficacia terapeutica di questa pianta è stata, però meglio valutata all'inizio di questo secolo, quando ci si è resi conto del suo valore nella cura delle affezioni epato-biliari; è stata messa a punto anche una terapeutica basata sul carciofo: la " cynaroterapia ." Nella pianta si distinguono: il fiore, parte edule, costituito da un capolino di grandi dimensioni, di cui si consumano, cotti o crudi, il ricettacolo carnoso e le brattee, impropriamente chiamate foglie, che lo circondano; la foglia, grande e incisa, inserita sul fusto: è la foglia che viene usata in medicina, anche se il fiore crudo possiede, in misura ridotta, le medesime proprietà curative. Il carciofo è permesso anche nella dieta dei diabetici. Una volta cotto, si altera rapidamente, sviluppando tossine; pertanto deve essere consumato subito. E' bene, inoltre, sapere che è tanto più digeribile quanto meno a lungo è stato cotto. E' sconsigliato alle donne che allattano. Sembra che l'infuso preparato con le foglie, di sapore molto amaro, abbia un benefico effetto sul sistema cardiocircolatorio: eliminerebbe, cioè ,il colesterolo dal sangue.

Nome latino e dialettale:

Cyinara scolymus.

Proprietà:

antidiarroici, colagogo, coleretico, depurativo, diuretico, ipoglicemizzante, tonico.

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