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Barbabietola rossa

Postato in Piante coltivate.

 

barbabietola rossa

 

 

Le varietà a grossa radice carnosa, e più o meno zuccherina, di Beta vulgaris, erano senza dubbio già conosciute nell'antichità, ma poco coltivate. In Germania, un tempo, la barbabietola rossa costituiva l'alimento base dei contadini; da là si diffuse, nel XIII secolo, un po' dovunque. Per molto tempo riservata alle mense povere, fu, meritatamente, riscoperta e fatta conoscere dalla dietetica moderna. La barbabietola rossa ha un reale valore nutritivo ed energetico: contiene zuccheri, soprattutto saccarosio, pigmenti ( i veterinari addetti al controllo delle carni macellate, appongono il timbro di ammissione al consumo intingendolo su un tampone imbevuto dei pigmenti rossi della barbabietola ), numerosi aminoacidi, le vitamine A, B1, B2, PP, C, sali minerali e rari oligoelementi, come bromo, manganese, litio, stronzio e rubidio. Ortaggio molto digeribile, deve però essere consumato, preferibilmente, fresco; sottilmente affettato costituisce un saporito ingrediente di varie insalate. Soprattutto all'inizio dell'inverno, è consigliabile consumare la barbabietola rossa: quest'ortaggio si è rivelato efficace nella profilassi delle affezioni virali. Dalla melassa ottenuta lavorando la barbabietola da zucchero si estrae betaina, sostanza preziosa perché stimolante ed equilibratrice della cellula epatica; si estrae, inoltre, dell'acido glutammico, un aminoacido molto importante per la funzionalità cerebrale e che ha innumerevoli impieghi farmaceutici.

Nome latino e dialettale:

Bieta vulgaris L. Var.rapacea Koch. Barba - Carota rossa.

Proprietà:

Antisettico, aperitivo, colagogo, remineralizzante.

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